L’idea progettuale di Inner city, si basa sul raggiungimento di alcuni obiettivi:
1.concentrare attività e popolazione riducendo la dispersione con un vantaggio nei servizi e nella realizzazione di reti di trasporto collettivo a più alta efficienza;
2.ridurre il consumo del suolo;
3.creazione di nuove aree verdi e la rinaturalizzazione a favore di flora e fauna;
4.creare dei nuovi “centri” in rete, fautori di valori simbolici e di creazione di socialità.
5.riduzione dei consumi energetici e di emissione di CO2.
Il raggiungimento di tali obiettivi è possibile attraverso alcune scelte progettuali:
1.edifici a notevole sviluppo verticale, permettono la concentrazione della popolazione dei servizi delle reti e di un trasporto collettivo basato su BRT, tra e metropolitane, data la maggiore utenza;
2.demolizione selettiva dell’esistente la sua concentrazione e sovrapposizione permette di liberare del suolo;
3.dalla liberazione del suolo si possono realizzare nuove aree verdi e naturali connesse in rete per dare continuità a flora e fauna in ambienti simbiotici con gli esseri umani,
4.i nuovi “centri” con presenza di molteplici attività e servizi differenti come attrattori ed emettitori di simbolismo e socialità connessi in network attraverso il trasporto collettivo e percorsi ciclo-pedonali;
5.distretti e grandi edifici non solo come consumatori di energia ma come produttori, capaci di essere auto sufficienti ma anche di produrre energia e informazione per gli altri quartieri.
L’area dell’intervento è un quartiere di Firenze, in cui sono presenti diverse edifici industriali, artigianali e commerciali rimasti inglobati dall’espansione urbana residenziale. Inoltre una importante strada di penetrazione divide il quartiere in due parti. Non è presente nessun elemento aggregatore importante, ma solo una sistemazione di blocchi edificati lungo le strade.
Lo scopo è quello di creare una rete di polarità, interconnesse tra loro e con il resto del quartiere. Tutto ciò intervenendo sugli edifici produttivi accorpandoli o trasferendoli in altre aree industriali dove sono presenti capannoni dismessi.
Un flusso ininterrotto come dei fiumi e dei laghi, si diffonde tra gli spazi e gli interstizi del quartiere.
Un sistema di nuovi edifici, aree verdi, percorsi pedonali, piazze, nuova linea tramviaria, creano quelle polarità che si innestano tra l’esistente senza negarlo. I nuovi edifici si sviluppano in altezze notevoli, favorendo la densificazione. Ai piani interrati e al piano terra accolgono attività produttive compatibili con la residenza ed attività commerciali, alcune già esistenti altre nuove. Alcune torri sono accumulatori di energia altre delle vertical farm. L’intero quartiere è autosufficiente energeticamente ed in grado di produrre anche del surplus. Una rete diffusa di percorsi pedonali, piazze ed aree verdi da continuità al tessuto esistente e al nuovo, superando ostacoli e frammentazioni. Un canale e dei bacini raccolgono l’acqua piovana, anche quella proveniente dalle superfici degli edifici.